FLORA. Antologia di Arti figurative tra Antico e Contemporaneo
FLORA – Antologia di Arti figurative tra Antico e Contemporaneo
Collana di Naus Editoria
Direzione scientifica
Carmela Capaldi (Università degli Studi di Napoli Federico II)
Isabella Valente (Università degli Studi di Napoli Federico II)
Comitato scientifico Internazionale
Anne-Lise Desmas (Getty Museum, Los Angeles)
Annette Haug (Christian-Albrechts-Universität, Kiel)
Concha Lomba Serrano (Universidad de Zaragoza)
Claude Pouzadoux (Centre Jean Bérard, Naples)
Redazione scientifica
Antonella Ciotola, Rosa Esmeralda Partucci, Luisa Sefora Rosaria Puca, Emanuela Spagnoli
Flora è la divinità latina preposta al risveglio della natura, il simbolo figurale della rinascita primaverile. Alla fine del XIX secolo Flora ritorna prepotentemente nelle arti figurative quale sinonimo di “nuovo”, moderna dea, bellissima e sensuale, protagonista della pittura e della scultura simboliste, mentre nell’architettura diventa parametro immaginifico di ogni linea disegnativa e fantasia decorativa. Ad essa s’ispira, negli anni trenta del Novecento, il pittore napoletano Eugenio Viti (Napoli, 1881-1952) nel suo nudo di donna con agave dal nome Lucilla (oggi in collezione privata). L’artista rielaborava in modo originale le suggestioni dell’arte antica, per proporre un nuovo classicismo in forme auliche e monumentali, che coincideva con quanto richiesto dalla cultura figurativa italiana del momento. In tempi recenti tale composizione è stata riprodotta su corniola ad imitazione della glittica antica dall’artigianato artistico di Torre del Greco di Enzo Liverino.
Questo cammeo è ora il logo di Flora, collana di nuovi studi di archeologia, di storia dell’arte antica, moderna e contemporanea, e di tutte le altre arti visive e di quelle applicate al mondo dell’industria.
La scelta di questo piccolo capolavoro, che riunisce arte e artigianato, vuole sottolineare la continuità di un dialogo, mai interrotto, tra tecniche ed espressioni artistiche antiche e moderne. L’immagine propiziatrice della dea torni, dunque, a illustrare sempre nuovi percorsi di ricerca.